Pulcinella, personaggio della commedia dell’arte , è la maschera napoletana per eccellenza.

Alcuni critici fanno risalire questa maschera a Maccus personaggio delle farse popolari romane in lingua osca, un dialetto campano, chiamate “ Fabulae Atellane” ,perché la tradizione le vuole nate nel IV secolo nell’antica Atella, una citta romana nel territorio di Aversa e Capua a nord di Napoli

Le Atellane furono una tipologia di spettacolo molto popolare nell’antica Roma.
Maccus rappresentava la tipologia del servo con un lungo naso e la faccia bitorzoluta, un vero e proprio antenato di Pulcinella, camicia larga e bianca, Maccus porta una mezza maschera, come quelle dei comici dell’arte, aveva il ventre prominente e recitava con voce chioccia.

IL NOME
Tante sono le ipotesie e le leggende legate all’origine del nome “ Pulcinella”.
Forse la piu’ simpatica e romantica è quella secondo la quale “ Pulcinella “ non sia altro che la corruzione francese di “Puccio d’Aniello”,contadino acerrano vissuto intorno al XVI secolo.
Si racconta infatti che un giorno , il simpatico villico, adusso a scaricar farina, si ritrovo per sbaglio sulla ribalta di un carrozzone di commedianti che intrattenevano con uno spettacolo delle truppe francesi .
Fu tanta l’arguzia e la genialità nel rispondere a tono alle invettive del capocomico, che la scena fini per suscitare nel pubblico gran ilarita’.
Da allora ad ogni spettacolo si invocava alla ribalta quel simpatico contadino dalla faccia nera ,il naso buffo , e l’inventiva cosi’ originale .

LA STORIA
Pulcinella come personaggio del teatro della commedia dell’arte nasce ufficialmente con una commedia del comico Silvio Fiorillo, “la Lucillla costante con le ridicole disfide e prodezze di policinella”, scritta nel 1609 ma pubblicata soltanto nel 1632 dopo la morte dell’autore.
Silvio Fiorillo, che già era famoso con il personaggio di Capitan Matamoros, con Pulcinella probabilmente risuscita un personaggio già presente nella tradizione del teatro napoletano. Lo stesso Fiorillo eredita questa maschera da un precedente attore napoletano Andrea Calcese , del quale poco si conosce se non il fatto di aver fatto da maestro a Fiorillo.
Filippo Cammarano (1764 – 1842), il più grande Pulcinella del XVIII secolo. Figlio di Vincenzo un attore siciliano che all’inizio del secolo indossò la maschera di Pulcinella e poi la passò al figlio, Filippo Cammarano si distinse per la sua interpretazione molto popolare e piacque sia ai napoletani che alla corte dei Borboni, fu beniamino di Re Ferdinando che Cammarano non esitò a denominare “Re nasone”, i suoi rapporti con la corte erano simili a quello dei giullari delle corti medievali.
Antonio Petito (1822 – 1876 ) fu il più famoso Pulcinella dell’800, a lui si devono numerosissime farse pulcinellesche, figlio di Salvatore Petito, altro grande Pulcinella, Antonio era quasi analfabeta ma lasciò il più numeroso “corpus” di commedie pulcinellesche che spesso si ispiravano a temi di attualità della società napoletana del suo tempo.Si esibiva nel teatro tempio della commedia dell’arte : il “ S. Carlino”.
Giuseppe De Martino naque a Napoli nel 1854, ancora ragazzo divenne allievo di Antonio Petito.
Di cui in seguito raccolse l’eredita’.
Salvatore De Muto, il grande Pulcinella che diede lustro alla maschera durante buona parte del 900 e che Eduardo De Filippo volle accanto a se la sera del 22 Gennaio 1954 per l’innaugurazione del teatro “ S. Ferdinando”.

I lazzari e briganti , nel segno di una storia cosi’ importante , continuano la grande tradizione della commedia dell’arte napoletana.